
Villa Fulvia
Si trova a Lipomo alle porte di Como. E’ una residenza in stile eclettico voluta dai conti De Herra nel 17° secolo durante la dominazione spagnola.
Gli ultimi eredi della famiglia cedettero nel 1946 la villa alle suore guanelliane che in seguito la ampliarono e convertirono in Residenza Socio Assistenziale.
Intorno a questa dimora si estende il grande parco di circa 2,5 ettari, polmone verde confinante con la città di Como, dove dal giugno 2021 è stato avviato il progetto Rinascita Naturale.
Il giorno dell’inaugurazione alla presenza di un folto pubblico, il progetto e il percorso Angela Maria è stato illustrato da Paolo Lorenzini e Giancarla Bianchi. Hanno preso la parola il sindaco di Lipomo Alessio Cantaluppi, la superiora di Villa Fulvia Suor Anna Studioso e la superiora delle guanelliane di Como Suor Lucia Caroli.
Per avere un contatto diretto con piante ricche di proprietà benefiche per la salute sia mentale che fisica.
Il percorso Angela Maria inizia tra due querce che ne segnano la soglia di ingresso, per
continuare attraverso 12 diverse specie di alberi, sotto i quali è possibile sostare comodamente
seduti su di una panchina assaporando i benefici che spontaneamente la natura ci dona.
Il percorso offre la possibilità di ammirare alberi maestosi di grande bellezza e forza come la
sequoia, il cedro dell’Himalaya, il pino silvestre, il faggio e il Ginko Biloba.

I 12 Alberi:
Ginkgo biloba: L’albero della Vita. È l’albero superstite di una flora preistorica di oltre 250 milioni di anni. Darwin lo considerava un fossile vivente. È così resistente che fu l’unico albero a sopravvivere alla bomba di Hiroshima. È simbolo di lealtà e incorruttibilita’ e per questo scelto come emblema dai samurai. La sua foglia a ventaglio ricorda la sezione degli emisferi cerebrali. L’estratto di Ginkgo viene usato per i disturbi della memoria e della circolazione.
Tiglio: L’albero della dolcezza. Al tiglio in erboristeria vengono attribuite proprietà astringenti, diaforetiche, emollienti ed antitussive. La sua foglia ha la caratteristica forma a cuore e i suoi fiori spandono nell’aria un dolcissimo profumo che ha ispirato la famosa poesia di Herman Hesse “Tiepide sere estive”.
Tasso: L’albero della Morte o dell’Immortalità. Tutte le parti di questa pianta esclusi gli arilli, cioè le bacche rosse sono molto tossiche e il suo estratto può essere anche mortale. D’altro canto dalla corteccia si estrae una sostanza,il tassolo, che viene usato in chemioterapia come antitumorale. Il tasso ha una crescita molto lenta e può vivere più di 1000 anni. Il suo legno è molto resistente e
perfetto per la costruzione degli archi.
Pino Silvestre: L’albero Guerriero. È una conifera sempreverde dalla chioma irregolare e rada. La sua corteccia produce un abbondante essudato resinoso, infatti un tempo il suo legno veniva utilizzato per fiaccole
particolarmente luminose. Ha proprietà balsamiche e antisettiche.
Quercia: L’albero della Saggezza. Simbolo di forza e giustizia, di virilità e del valore militare è l’archetipo di tutti gli alberi. Albero sacro a Zeus, torna in molti miti: la clava di Ercole era fatta col suo legno, i Druidi e le sacerdotesse ascoltavano il fruscio delle sue foglie per interpretare messaggi divinatori, sotto i suoi rami avvenivano i riti magici di iniziazione e il Re vi amministrava la giustizia.
La quercia grazie ai tannini ha proprietà astringenti e disinfettanti.


Abete Rosso: L’albero del Respiro. Conifera sempreverde dal tronco alto e dritto, è uno degli alberi più longevi e può vivere oltre 500 anni. È l’albero simbolo del Natale.
Viene utilizzato fin dai tempi di Ippocrate per alleviare la congestione polmonare e espandere la respirazione. Le proprietà acustiche del suo legno lo rendono eccezionale per la costruzione di strumenti musicali. Il famoso liutaio Antonio Stradivari realizzava le casse dei suoi violini utilizzando solamente il legno dell’abete rosso della Val di Fiemme.
Sequoia: L’albero della Forza. Originaria dell’America settentrionale è la pianta sempreverde più grande del mondo. Può superare i 100 metri di altezza e i 30 metri di circonferenza e può vivere fino a 4000 anni. È
estremamente resistente a tutte le intemperie e agli incendi. È considerata simbolo di protezione, benessere e longevità.
Acero: L’albero della Direzione. L’acero campestre è molto diffuso nei nostri boschi. Spesso coltivato a scopo ornamentale per i colori che assume il suo fogliame in autunno. E’ particolare la forma della sua foglia a cinque lobi come le dita di una mano. È presente nella bandiera canadese come simbolo di impavidita’ e coraggio.
Sempre dal Canada proviene la produzione dello sciroppo d’acero che si ottiene concentrandone la linfa.
Faggio: L’albero della Consapevolezza. Considerato il signore del bosco insieme alla quercia, è un albero maestoso che domina lo spazio spesso a sfavore delle altre piante. La sua presenza è in grado di trasmettere una carica energetica che dona pace e calma. Dalle sue gemme in erboristeria si estraggono principi attivi con proprietà diuretiche e stimolanti le funzionalità epatiche.
Magnolia Denudata: L’albero della Tolleranza. Originaria della Cina,è considerata una delle piante più antiche del mondo, sopravvissuta all’Era glaciale. Veniva coltivata nei templi buddisti come simbolo di purezza, dignità e tolleranza. È presente in centinaia di rimedi della medicina tradizionale cinese per le sue proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie, neuroprotettive e antitumorali.
Agrifoglio: L’albero della Protezione. Simbolo del Natale, molto resistente a tutti i climi e agli inquinanti atmosferici. Le sue belle bacche rosse sono molto velenose per gli uomini ma sono un ottimo cibo per gli uccelli. La pianta usa come meccanismo di autodifesa nei confronti degli animali i bordi appuntiti delle sue foglie che diventano sempre più arrotondate man mano che ci si allontana dal suolo. Per i popoli celtici e per i Romani l’agrifoglio era considerato una pianta sacra in grado di scacciare gli spiriti malvagi e la maldicenza della gente, apportando serenità e protezione alle case.


Cedro dell’Himalaya: L’albero del Potere. Originario dell’omonima catena montuosa è stato introdotto in Europa solo nel 1822 e in Italia il primo esemplare è stato messo a dimora nel 1828 nell’orto botanico di Padova. Considerato in India albero sacro, il suo legno profumato e incorruttibile viene utilizzato per la costruzione di templi e oggetti sacri. Il suo olio era usato per ungere e conservare i testi più importanti e per imbalsamare i cadaveri.
Il percorso del parco:


Indirizzo
